Associazione Erika 20 anni di solidarietà
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8 Gennaio 2019
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San Giorgio in Bosco
Associazione Erika 20 anni di solidarietà
Il sodalizio ha messo in cantiere iniziative in 24 Paesi: dai pozzi in Africa agli aiuti sanitari in Asia.
L’Associazione Erika di San Giorgio in Bosco chiude ufficialmente l’anno del ventennale con la conferma dei progetti in corso e la benedizione del mondo
dell’associazionismo. Con il bilancio consuntivo 2018 ha messo in cantiere iniziative in 24 paesi del mondo (Asia,America Latina, Africa, Oceania), tra cui l’Italia.
Si tratti di scuole e scolarizzazione, pozzi per l’acqua potabile, aiuti sanitari, questa onlus nata a San Giorgio in Bosco c’è sempre.
Il suo è un lungo percorso benefico partito di fatto da un tragico evento, l’incidente stradale che nel 1995 costò la vita a una 13 enne del posto, Erika Gazzola:
furono la pubblicazione e la diffusione di un libro di poesie e pensieri della ragazzina, “Inno alla vita”, ad avviarlo. A cui fecero presto seguito alcune importanti tappe.
Innanzitutto la comunicazione verso l’esterno delle proprie attività, grazie a un proprio periodico e alla copertura mediatica di importanti riviste come Famiglia Cristiana.
E poi la crescente collaborazione con il volontariato locale, per le raccolte fondi e la pubblicità reciproca,oltre che con il mondo missionario internazionale, per l’avvio concreto dei progetti:
da una parte mostre d’arte e presentazioni di libri, dall’altra il finanziamento diretto delle realtà che operano all’estero come l’Asem in Mozambico. Un approccio che le ha permesso
di intervenire in maniera puntuale dopo alcuni grossi disastri, come lo tsunami nel Sudest asiatica del 2004 o il terremoto di Haiti nel 2010.
Nel frattempo, sempre nel 2004, si è trasformata una Onlus.
La sua storia e gli obiettivi futuri sono stati ricordati il 7 dicembre proprio a San Giorgio. In una serata che è stata, tra l’altro, un vero e proprio elogio del fare volontariato, inteso non come
beneficenza individuale ma come atto di gruppo. Lo hanno ribadito i relatori presenti, in particolare l’assessore regionale al sociale Manuela Lanzarin. Emanuele Alecci del Centro Servizi
Volontariato di Padova e Maurizio Segato della Caritas di Piazzola sul Brenta hanno ricordato la designazione della città del Santo a Capitale europea del volontariato nel 2020, un vanto per
tutto il Veneto. Come pure lo studioso Francesco Bianchi, autore nel 2011 del libro “Custode di mio fratello” sulla storia del volontariato nella nostra regione: capire perché e come
tante persone abbiano operato collettivamente negli ultimi 1000 anni a favore degli altri è stato un modo per interrogarsi sulle motivazioni di tutti quelli che s’impegnano assieme ancora oggi.
Roberto Turetta