Articolo da Il Mattino di Padova (02-11-2003)
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31 Maggio 2013
Il Mattino di Padova 2 novembre 2003
‘Associazione Erika’ di San Giorgio in Bosco, gara di solidarietà per il piccolo Ramiro
Curato a Padova il dodicenne argentino affetto da una rara malattia
Arriverà a fine novembre Ramiro Palmieri, il bambino di 12 anni, di origine italiana, residente a Rosario, in Argentina, affetto da una rara malattia, la cistinosis. Per aiutare questo ragazzino, l’associazione Erika di San Giorgio in Bosco, ha avviato una collaborazione con l’associazione cardiotrapiantati italiana e l’associazione fraternità missionaria. Obiettivo comune: dare una speranza a Ramiro.
Le associazioni hanno contattato la Croce rossa padovana e hanno sottoscritto un protocollo d’intesa nel quale si impegnano a far arrivare in Italia il bambino in modo che sia preso in cura dal centro di nefrologia – clinica pediatrica dell’ospedale patavino. Tutte e tre le associazioni si sono impegnate a far fronte alle spese relative all’assicurazione per la madre del bambino e le eventuali altre spese relative al soggiorno.
Inoltre la Croce rossa, in base ad una legge regionale, sta chiedendo a Venezia i fondi per coprire le spese dell’assistenza socio – sanitaria. Ramiro, che a 12 anni pesa appena 18 chili, ha una malattia metabolica rara, che richiede esami e cure particolari e costose impossibili nel suo paese.
Per questo le associazioni si sono attivate per accoglierlo in Italia e dargli la speranza di una vita più lunga e migliore. Dovrebbe rimanere qui circa 4 mesi, il tempo necessario per la terapia d’urto, poi tornerà in Argentina fino alla prossima cura dal momento che la cistinosis ha bisogno di terapie ciclicle.
Inoltre Ramiro è anche in lista per il trapianto dei reni visto che la malattia colpisce alcuni organi, fra i quali anche gli occhi, e crea grossi problemi alla crescita. “La permanenza in Italia – spiegano le associazioni coinvolte nel progetto – è favorita anche dalla generosità di una famiglia italiana resasi disponibile ad accogliere madre e figlio nella propria casa per tutto il tempo del soggiorno”.
I tempi stringono, avvertono le associazioni “Non si può aspettare – ricordano – altrimenti diventa inutile l’intervento dei medici”.
I volontari stanno organizzando un gruppo di persone, enti, aziende e associazioni che vogliano prendersi a cuore le sorti del piccolo argentino dal momento che l’impegno anche di spesa è grande.
Per chiunque volesse contribuire, l’associazioni cardiotrapiantati ha messo a disposizione il seguente conto corrente postale: 12621355, che deve essere intestato l’associazione, sezione di Padova e nella causale specificare che il contributo è per il bambino.
(Stefania Miotto)